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E ora si compirà la profezia di San Malachia?

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La morte di Papa Francesco apre scenari inediti: la particolarità del suo Pontificato fu oggetto di dispute fin dalla di lui poco trasparente entrata in scena nell’ormai lontano 13 marzo 2013, dopo che fu subentrato al dimissionario Benedetto XVI. La sua scomparsa ha subito riportato l’attenzione sulle visioni profetiche di San Malachia e sulla famosa lista dei centododici successori di Pietro.

Vaticano e Roma in rovina

La Prophetia Sancti Malachiae Archiepiscopi, de Summis Pontificibus fu resa pubblica per la prima volta nel 1595 da Arnoldo Wion, uno storico benedettino nato in Francia, il quale la attribuiva a Malachia O’Morgair, che fu vescovo dell’arcidiocesi irlandese di Armagh a partire dal 1124. Secondo quanto narrano le cronache storiche e i racconti popolari, Malachia viene ritratto come un uomo pieno di zelo e fautore di buone azioni, le quali gli valsero la proclamazione a Santo nel 1190 ad opera di Papa Clemente III. La Profezia a lui attribuita consterebbe di una lista di centododici brevi motti in Latino, ognuno dei quali sarebbe dedicato un Pontefice, il primo dei quali è identificato da Arnoldo con Papa Celestino II (1143-1144). La lista di motti prosegue poi fino a giungere ai giorni nostri, includendo anche alcuni Antipapi.

Dopo la Gloria dell’Ulivo si afferma la venuta di Pietro II il Romano, ultimo fra i Pontefici, il quale siederà durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa. Egli, si afferma, pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine.

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”, Gesù a Pietro, Vangelo secondo Matteo.

Ora, sebbene molti abbiano sostenuto la falsità del testo, le somiglianze fra i vari pontefici e le frasi loro dedicate lasciano spesso col fiato sospeso.

Il Pontificato di Francesco, con la sua scellerata Politica di forzato rinnovamento, ha indubbiamente lasciato profonde cicatrici nel Cattolicesimo.

Il suo successore si troverà innanzi a un bivio: proseguire nell’opera di distruzione e spoliazione del Sacro che ancora rimane o distruggere per poi ricostruire sulle ceneri di un’Istituzione martoriata e corrotta da anni di Secolarizzazione.

Chissà se San Malachia avrà anticipato ancora una volta il corso della Storia e se le sue parole ci riveleranno quale futuro ultimo attenda la Chiesa, Roma e il Mondo? Non resta che aspettare.