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Il figliol prodigo Matteo Ricci vuol ritornare a casa

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Pare sia passata quasi un’intera era geologica da quando l’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci si candidò al Parlamento Europeo, ottenendo l’agognata carica, eppure, come un bambino mai contento che disdegna il gioco che tanto aveva desiderato fino a poco prima di ottenerlo, eccolo tornare all’attacco, pronto a combattere per il ruolo di Presidente della Regione Marche: atto di trinceramento o Amor di Patria?

Ammetto di essere rimasto stupito dopo aver udito la notizia: Matteo Ricci, costruttore di piste ciclabili, committente delle policromatiche scritte di viale Nazario Sauro, nonché armigero di qualsiasi stranezza, abbandona lo scranno presso l’amata Unione Europea per tornare nella sua piccola patria? Forse si sarà reso conto di quanto debba essere frustrante avere il peso decisionale paragonabile a una piuma posatasi su una bilancia per automezzi. Oppure chissà? Magari, viste anche le capacità amministrative dell’individuo, le cause del ritorno del nostro figliol prodigo potrebbero risiedere nella sua volontà di espiare i peccati commessi in passato, forte, in caso di vittoria, di una posizione che gli permetterebbe di portare a termine il suo benefico operato senza tema alcuna di inciampare sugli ostacoli che aveva incontrato da Sindaco.

D’altronde le sue azioni sono più che comprensibili. Potrei solo a stento immaginare quanto sarebbe difficile dover sopportare tutte le terribili accuse che gli sono state mosse nell’ultimo periodo, specialmente dopo aver fatto tanto per la Cittadinanza e per la Nazione, combattendo giorno e notte in salotti televisivi e feste di partito, attorniato da sodali integerrimi e fedeli protettori. Alla luce di ciò, la sua scelta assume un significato profondo, poiché per combattere le calunnie sono necessarie armi più forti del normale ed è fondamentale scendere in campo di persona, come solo un vero capo sa fare.

Ai suoi occhi e agli occhi degli uomini come lui risulta massimamente doloroso dover vedere la regione Marche da cinque anni in mano a individui definibili con epiteti che da tempo nessuno aveva mai più avuto più il coraggio di pronunciare, quali fascisti, omofobi, ignoranti, razzisti et cetera. Ma ora egli è di nuovo qui, quindi “Basta panico!”.

…sul tema di riferimento da voi affrontato ho già risposto più volte pubblicamente. Pertanto non ritengo di avere né altro da aggiungere, né ulteriori informazioni da fornire che non siano già alla conoscenza di tutti voi”, M. Ricci, estratto della lettera alla Commissione Controllo e Garanzia.

Giunge presso i marchigiani per salvare la loro regione e restituirla alla grandezza del Passato, fatta di opere incompiute e di futili iniziative.

Nulla lo fermerà, neppure quella convocazione da parte del Consiglio Comunale da lui prepotentemente ignorata.

Tra il serio e il faceto, la Seconda Venuta di Ricci si prospetta come un’avventura ricca di colpi di scena, la quale, in ogni caso, segnerà indelebilmente il futuro delle Marche.