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Nazioni contro Globalismo e palingenesi del Mondo

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Il discorso di Nita A. Farahany al World Economic Forum del 2023.

Ormai, quando alla televisione sento parlare macchiettistici individui che discutono di diritti del lavoro o altri animali mitologici, vengo solo pervaso da un forte senso di ribrezzo, così forte che sarebbe difficile da descrivere. E allora mi domando come sia stato possibile giungere a livelli di disumanità come quelli elogiati nel video sovrastante, dove l’oggettiva equiparazione di un Essere Umano a un capo di bestiame viene chiamato progresso e si tengono allucinanti soliloqui sul riconoscere il diritto alla libertà cognitiva delle persone, etichettando ciò come una conquista, quando in realtà parliamo di una caratteristica propria di ogni Vivente. Eppure tali deliri sono solo la parte terminale delle lunghe ife fungine che consumano i tessuti ormai morenti delle Patrie degli Uomini, rese invise ai loro stessi figli.

Logo del World Economic Forum.
Logo del World Economic Forum.

La deriva transumanistica del Globalismo, in precedenza priva di qualsiasi argine, sta tuttavia iniziando a perdere la sua spinta propulsiva e sempre più Persone e Nazioni provano un rifiuto nei suoi confronti, cercando di ritornare alle proprie origini, a quelle tradizioni che ti permettevano di sentirti padrone a Casa Tua: giovani che lasciano la città per riavvicinarsi alla campagna, cittadini che desiderano una maggiore sovranità monetaria e politica, per non parlare della malinconia con cui guardiamo la tranquillità che permeava i giorni del nostro passato.

Se a ciò si somma poi la perdita di importanza dell’Alta Finanza, la cui presa sui Popoli diviene via via più debole, e la nascita di forze avverse all’Atlantismo, che è stato per decenni la principale colonna portante della Globalizzazione, possiamo dire di trovarci innanzi a una Babele forse prossima a un nuovo disastroso crollo.

Con buona pace delle gerarchie foriere del “progresso”, la Natura degli Uomini, o di qualsiasi altro Vivente, non potrà mai essere imprigionata.

Presto potremmo anche usare la tecnologia […] per farli tornare a concentrarsi quando la mente inizia a divagare”, Nita A. Farahany.

Prima o poi si libererà, rinforzando ancor di più quelle strutture che, nel Bene o nel Male, fanno parte di Noi.

Certi aneliti malsani incarnati da sedicenti filantropi somigliano molto al desiderio del Dottor Victor Frankenstein, di un Moderno Prometeo, che crea con diversi corpi una creatura dalle buone intenzioni, ma che può solo essere rifiutata da chi gli si approccia, in virtù della sua natura enorme: questo è il Globalismo, l’antitesi della Vita e di ogni sua possibile declinazione, ed è nostro dovere arginarlo.