Pesaro e il miraggio della sicurezza
La nostra città era un tempo un posto tranquillo e fiorente, un luogo in cui si poteva uscire alla sera per godersi una passeggiata o magari per trascorrere un’intera nottata tra le vie del Centro senza pensiero alcuno. Nel Presente invece l’ininterrotta successione di pessime scelte adottate dalle varie Amministrazioni l’ha condotta in un abisso oscuro, una caverna tetra dove inquietudine e paura si manifestano molto più frequentemente. E ormai la Sicurezza pare un bene prezioso al pari dell’oro.
Tale questione alimenta da tanto, troppo tempo i dibattiti della Politica cittadina e, anche se fiumi di parole sono stati spesi sull’argomento, basta un semplice sguardo per constatare la triste realtà: sorvolando sulla saltuaria presenza di foschi figuri che vagano anonimamente fra i vicoli, e non solo, durante la notte, le stesse fonti di illuminazione, sebbene presenti in gran numero, non riescono a rasserenare appieno l’atmosfera della città che diede i natali a Olivieri e Rossini, della Pesaro che è ora invece quasi sul punto di diventare una copia del paese descritto da H. P. Lovecraft in L’ombra su Innsmouth. Una tendenza questa che è divenuta la norma in Italia, in Europa e nel Mondo e che vede l’oscurità, vera e metaforica, in procinto di avvolgere ogni cosa, pronta a celarla in una tenebra di terrore.
Eppure, se da una parte il problema risulta generale e sistemico, è puranche vero che nessuno vieta alla Giunta Comunale di investire i fondi necessari per fermare o almeno frenare questa deriva; sembrerebbe un’ovvietà, tuttavia, dopo decenni di reggenza, il massimo della protezione che ci è stata data si è materializzato in un grosso casco eretto all’incrocio fra viale Trieste e Piazzale D’Annunzio, alla cui vista sorge spontanea la domanda che l’Uomo è solito porsi fin dalla notte dei tempi: “Perché?”.
Era tanto difficile spendere quei soldi per riqualificare o proteggere più efficacemente il Centro o la Stazione?
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Siamo in molti a provare timore, o meglio, inquietudine, poiché una delle paure più viscerali che assillino l’essere umano è trovarsi in assenza di Luce, specie in quei luoghi che gli sono, anzi gli erano, familiari; il timore di sentirsi solo e diffidente nei confronti dell’ignoto, che giganteggia su di noi pur essendo nascosto alla vista.
La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto”, H. P. Lovecraft.
Ma la priorità è tenere a bada il Popolo, dando ai suoi componenti la dose giornaliera di oppioide, panem et circenses di cui ogni tiranno ben conosce la posologia.
Si sa: cambiano i giocatori, ma le dinamiche che animano la tenzone politica permangono immutate.
Le tenebre paiono incombere, eppure, come affermava Carl Gustav Jung, riconoscere l’Ombra, accettarla, è il primo passo per affrontare l’Oscurità. E chissà se l’ascolto di questa voce segreta potrà mai portarci a cambiare in meglio il nostro percorso?
Non spetta a me dare una risposta, ma di certo spetterebbe a un’Amministrazione competente rendere migliore la vita dei cittadini che dovrebbe rappresentare.