I mille volti della letteratura fantascientifica
La Fantascienza, soprattutto quella classica, è letteratura nobile e, nondimeno, popolare. Essa accende la fantasia e allena alla creatività mentale. Ma quando nasce la Fantascienza?
Forse, parola di Brian Aldiss, grazie ad una donna, Mary Wollstonecraft Shelley e ad una sua grande opera: Frankenstein, scritta in poche giornate nel 1818. In quel testo vi è già tutto: l’irruzione della Scienza, il mito di Prometeo e i prodromi della robotica. Del resto l’energia temporalesca che risveglia la creatura derivava, come idea, dalle scoperte dell’anatomista Luigi Galvani sull’elettricità animale. L’origine del termine Scientific Fiction (Narrativa Scientifica) è rintracciabile invece nella rivista di racconti del grande Hugo Gernsback, il quale userà poi il più noto termine Science Fiction nel primo numero della sua successiva rivista: Science Wonder Stories, del giugno 1929. Sarà poi John W . Campbell, un grandissimo scrittore e curatore, che definirà la fantascienza come quella particolare letteratura in grado di assorbire nel suo campo tutte le società immaginabili, passate e future, probabili e improbabili, realistiche e fantastiche, occupandosi di tutti gli avvenimenti e le complicazioni in esse possibili. Niente male: una descrizione davvero omnicomprensiva!
Il pensiero non può che correre (siamo nel 1895) alla figura di Herbert George Wells che con La macchina del tempo rese adulta la prima fantascienza, usando i suoi stilemi in funzione di critica sociale. Jules Verne, che aveva tempo prima descritto le nuove possibili scoperte scientifiche, risultò pertanto relegato nello sgabuzzino degli autori, pur apprezzabili, di letteratura fantastica ma senza implicazioni sociologiche.
Ultimi articoli
La Storia della fantascienza ha avuto anche un periodo denominato Età dell’oro, un arco temporale che coprì gli anni dal 1938 al 1950, durante i quali dominò la già citata figura di John Wood Campbell, sotto la cui cura prosperarono scrittori quali Jack Williamson con il suo La legione dello spazio e E.E. Smith con Pattuglia galattica.
La fantascienza è un genere sovversivo, adatto a chi vuole porre domande scomode”, Philip K. Dick.
Fu una fantascienza più cresciuta ma non ancora adulta, anche se il cosiddetto sense of wonder si faceva già sentire. Sarebbero poi giunti dagli anni ’60 stelle di prima grandezza quali Robert Heinlein, Isaac Asimov, Arthur C. Clarke.
La fantascienza assumerà in seguito caratteri lirici e di altissima prosa con Ray Bradbury, che, con l’epica antologia Cronache marziane, avrebbe celebrato la nostalgia per una civiltà perduta che tuttavia, attraverso i suoi fantasmi, si insinuava nella coscienza, priva di innocenza, dei colonizzatori terrestri.
Queste sono state gocce di un oceano, quello fantascientifico, che ha rappresentato uno dei più grandi talenti dell’umanità: l’immaginazione senza la quale non vale la pena Vivere. Nulla, questo, di più realistico.