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Identità e storia della Beata Serafina

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La sua storia risale al tempo di Alessandro Sforza, il quale pensò di risposarsi dopo la morte di sua moglie Costanza da Varano, nel 1447.

Beata Serafina Sforza, 1434-1478
Beata Serafina Sforza, 1434-1478

Malgrado il lutto recente, un anno dopo Alessandro si volle imparentare oculatamente con i Montefeltro, per tutelarsi dai vicini Malatesta di Rimini e Fano. La sposa prescelta fu la quattordicenne Sveva, sorella di Federico da Montefeltro. Costei era ben diversa dalla sposa precedente; si narra, infatti, che fosse grassottella e piuttosto bruttina, con il collo taurino simile a quello del fratello. Secondo le malelingue, pare che nessuno a Pesaro si meravigliasse che Alessandro frequentasse e portasse a corte diverse amanti. Tuttavia Sveva, durante le assenze del marito per le continue condotte militari, si occupava del governo della città e cresceva amorevolmente i figliastri Battista e Costanzo. Il matrimonio, durato nove anni, fu assai turbolento e litigioso, tanto che Alessandro volle liberarsi di Sveva: accusandola di adulterio, tentò persino di strangolarla. Non ci riuscì solo per l’intervento provvidenziale della zia della ragazza, Vittoria Colonna, che si trovava a corte.

Allora Alessandro chiese consiglio al cognato Federico che, da esperto di mondo, gli suggerì di rinchiudere la sorella in convento per evitare scandali e salvare le apparenze.

La povera Sveva non aveva nessuna intenzione di farsi monaca di clausura, ma a nulla valsero le sue suppliche.

Nel 1457, a soli ventitré anni, Sveva Feltria Sforza entrò nel monastero delle clarisse del Corpus Domini, con dispensa papale, essendo sposata, prese il nome di Serafina e dal convento non uscì più.

Dipinto di Serafina Sforza
Dipinto di Serafina Sforza

Durante la clausura, protrattasi per ventun anni, si sottopose a dure penitenze e mortificazioni e morì nel 1478. I pesaresi la venerarono subito come santa, ma solo nel 1754 Papa Benedetto XIV, a séguito di accurate indagini e testimonianze, la proclamerà beata.

Una curiosità: se le spoglie della Beata Serafina sono ancora oggi venerate in Cattedrale, non si sa, invece, dove siano finite quelle di Alessandro e dei suoi familiari.

Giustizia divina o segno del destino? Non ci è dato scoprire l’arcano.